BIOGRAFIE | ![]() |
Della vita di suor Maria Leonarda della Passione, al secolo Maria Leonarda Bussani (1789-dopo il luglio 1851), si conoscono soltanto alcuni particolari, desumibili dall'Archivio Merolli e da due registri manoscritti conservati presso la Casa Generalizia dell'Unione Romana dell'Ordine di Santa Orsola. Sappiamo che il primo gennaio 1815, all'età di 26 anni, entra nel monastero delle Orsoline di via Vittoria a Roma, proveniente dal monastero francescano di Santa Chiara a Rocca Antica, in Sabina, che era stato appena chiuso. Il giorno del Corpus Domini dello stesso anno viene definitivamente "incorporata" nelle Orsoline, presso le quali, a partire dal dicembre 1817, svolge le funzioni di "monaca di cura" delle sorelle Merolli. L'ultima notizia, del 15 luglio 1851, è costituita da una lettera inviata da Maria Leonarda ad Adelaide, moglie di Pietro Merolli, allo scopo di ringraziarla per il mantenimento della cugina Elisa, propriamente moglie del cugino Pietro Bussani, durante la sua permanenza romana.
Famiglia MerolliLa famiglia Merolli, a prestare credito a un abbozzo di albero genealogico conservato tra le carte familiari, discende da un "Merolli Pietro, stipite di Arpino", vivente nell'"anno 1600 circa". Tra Sette e Ottocento ritroviamo i Merolli domiciliati a Roma, "nello stradone di San Giovanni in Laterano, incontro a San Clemente", mentre i loro affari si svolgono prevalentemente nell'Agro Romano. Possiedono e amministrano beni in varie zone della campagna a sud di Roma, risultando proprietari di numerose vigne fuori porta San Giovanni oltre che di terreni e fattorie a Tor Marancia, Tor Vergata e Trigoria. In particolare Camillo Merolli, che nei tanti contratti stipulati si autodefinisce di volta in volta "negoziante di campagna", "mercante di campagna" e "possidente", lascia alla sua morte (1816) un "vistoso patrimonio in beni" a Santa e Vincenza, uniche figlie ed eredi testamentarie, affidando al cugino Giuseppe - anch'egli mercante di campagna - l'amministrazione dei beni e la tutela delle due figlie fino alla loro maggiore età. Scomparso Giuseppe nel 1823, gli subentrano nell'incarico fino all'agosto 1825 i figli Carlo, Francesco, Antonio e soprattutto Tommaso (padre dell'avvocato e latinista Pietro Merolli: 1805-1869), che nella pratica gestiva già da tempo gli affari di famiglia.
Santa e Vincenza MerolliDopo la morte del padre, Santa (1806-prima del 1843) e Vincenza Merolli (1808-1819) vengono accudite per un breve periodo dalla zia paterna Antonia, per poi entrare in educazione nel monastero delle Orsoline il 10 dicembre 1817. In seguito alla scomparsa della sorella (cfr. lettera n° 14), Santa rimane unica erede dei beni del genitore, che trasmette il 10 agosto 1825 al promesso sposo Luigi Mencacci (cfr. lettera n° 41) attraverso uno strumento di costituzione di dote, con la conseguente estinzione giuridica dell'amministrazione dei Merolli sul patrimonio del defunto Camillo. Nel giro di pochi giorni Santa esce dal monastero e sposa il Mencacci (30 settembre 1825), dopodiché se ne perdono le tracce fino all'inizio del 1843, quando nelle carte riguardanti una causa intentata dai Mencacci contro i fratelli Merolli per la loro presunta cattiva amministrazione dei beni della pupilla, Santa risulta ormai "bona anima".
Giovanni Battista PorcianiDi Giovanni Battista Porciani, autore della lettera n° 12, sappiamo solo che in un documento del 1810 è definito "fattore del monastero delle Orsoline".