BIOGRAFIE

Ercole Trotti Mosti

Il conte Ercole Trotti Estense Mosti nasce a Ferrara nel 1786, discendente da una nobile famiglia che si era distinta per i servizi resi agli Estensi. Compie la propria formazione presso il Theresianum di Vienna. Nel 1806, a Ferrara, viene chiamato alle armi e arruolato nelle Guardie d'onore. Aderisce agli ideali napoleonici. Nel 1809 partecipa alla campagna d'Austria, combattendo con l'Armata francese d'Italia. A partire da questo momento, Mosti inizia a scalare i gradi della carriera militare. Nel 1812 chiede ed ottiene di partire alla volta della Spagna per combattere ancora per la causa napoleonica, ma l'anno successivo, ferito gravemente, è costretto a fare ritorno a Ferrara. Anche della campagna di Spagna, come del resto di quella d'Austria, il Mosti lascia diari assai particolareggiati. Oramai il Regno d'Italia è sulla via del tramonto. Nel 1815 Ferrara viene restituita allo Stato Pontificio. Il Mosti non cade in disgrazia e, nel restaurato governo pontificio, ottiene la carica di Gonfaloniere di Ferrara. Nel 1818, dopo lunghi viaggi per l'Europa, il Mosti sposa la marchesa Giovanna Maffei. La sua vita si divide ora tra l'amministrazione dei propri beni, i viaggi e le altre occupazioni tipiche di un giovane nobile. Muore a Ferrara nel 1828: Pietro Giordani compone il suo epitaffio.

Giovanna Maffei

La marchesa Giovanna Maffei nasce a Verona nel 1798 da nobile famiglia che aveva tra i suoi avi Scipione Maffei. Riceve la prima istruzione in casa, ad opera di maestri privati. Manifesta un profondo interesse per le letterature e per le lingue; studia il greco e il latino. Dei suoi interessi culturali fanno fede i diari nei quali copia, sunteggia, critica ciò che più le interessa. L'occupazione prediletta è la traduzione delle grandi opere straniere. Nel 1818 sposa il Mosti e si trasferisce a Ferrara. Dal matrimonio nascono quattro figli: Emma, Malvina, Guelfo e Tancredi. Nel frattempo la Maffei dà vita nel proprio palazzo, e ancor più nella tenuta di Fossadalbero, a un salotto che richiama alcuni tra i più prestigiosi nomi della cultura e della politica di allora. Nel 1828 rimane vedova. Durante il Risorgimento manifesta sentimenti patriottici. Conosce Massimo D'Azeglio e mantiene con lui rapporti cordiali; stringe legami con Carlo Pepoli e Pietro Giordani. Intrattiene una fitta corrispondenza con Aleardo Aleardi, con il quale scambia osservazioni in materia di letteratura, e al quale sottopone le proprie traduzioni dal tedesco. Tiene, infine, corrispondenza con numerosi uomini politici, tra i quali vari presidenti del Consiglio, come Ricasoli, Minghetti, Farini. Giovanna Maffei muore a Ferrara nel 1879.