BIOGRAFIE

Concetta Mastriani

Figlia di Raffaele Mastriani e di Clementina Bucci Mastriani, nasce il 16 gennaio 1826. Sposa nel 1844 Francesco Mastriani, che era cugino di suo padre, dopo aver ottenuto i dovuti permessi ecclesiastici a causa del vincolo di parentela; da lui avrà i figli Sofia (1846-1878), Filippo (1848), Edmondo (1851-1878), Adolfo (1854-1857). Morirà nel 1897.

Bucci Mastriani Clementina

Figlia di Pasquale Bucci e Rachele Mastriani, nasce nel 1802. Moglie di Raffaele Mastriani, che sposò nel 1822 e da cui ebbe i figli Rosa, Concetta, Emilia, Ferdinando, Giulia, Rachele e Pia. Morirà nel 1866.

Mastriani Francesco

Scrittore, giornalista, drammaturgo e commediografo. Figlio di Filippo, ingegnere, e Teresa Cava (che di Filippo era cugina), nasce a Napoli il 23 novembre 1819 e vi morirà il 5 novembre 1891. Sposa nel 1844 la cugina Concetta, figlia del cugino Raffaele Mastriani. Autore di oltre cento romanzi, tra i quali il celeberrimo "La cieca di Sorrento", che ne consacrò la fama di romanziere di appendice (per cui si veda N. Ciampaglia, "La cieca di Sorrento" e la scrittura narrativa di Francesco Mastriani:primi sondaggi linguistici, in Linguistica e Letteratura, XXXVII, 1-2, 2012, pp. 183-267). Terzo di sette figli: Giuseppe, Ferdinando, Giovanni, Raffaele, Marianna, Rachele.

Mastriani Raffaele

Nato da Ferdinando e Rosaria de Roma a Napoli il 28 gennaio 1798 (come si legge nella sua autobiografia manoscritta, conservata nella Biblioteca Nazionale di Napoli, sezione Manoscritti e Rari), morì, come annota il genero Francesco Mastriani nel suo codice autografo intitolato "La famiglia Mastriani" (Bibl. Naz. di Napoli, Lucchesi Palli, 2/47), il 9 luglio 1880, all'età di 82 anni. Sposò Clementina Bucci, figlia della cugina Rachele, e fu allievo dell'abate piemontese Luigi Badini, di Giovanni Jennes e di Vincenzo Vulcano. Si dedicò "a studi di storia e filosofia e di ogni genere di letteratura". Impiegato nel 1813 negli Uffici della Prefettura di Polizia, poi dal 1818 nell'Amministrazione generale dei Dazi indiretti, segretario e contabile del Consiglio di Abbigliamento, fu socio corrispondente della Società reale borbonica per l'Accademia delle Scienze e delle Reali Società economiche di Terra di Lavoro e Principato Ulteriore. Autore di numerosissime opere; oltre al più famoso "Dizionario geografico-storico-civile del Regno delle due Sicilie" (Tipografia all'insegna del Diogene, Napoli 1839-1843), si ricordano il "Dizionario delle comuni del Regno delle due Sicilie" (1825), il "Compendio enciclopedico delle scienze, arti e mestieri" (1826), il "Dizionario Corografico del Regno di Sicilia e del Reame di Napoli" (1852).

Pacini Giovanni

Nacque a Catania il 17 febbraio 1796 e morì a Pescia il 6 dicembre 1867. Esordì sedicenne come compositore, studiando a Roma e Bologna. Sposò nel 1825 la partenopea Adelaide Castelli, che gli diede due figlie, Giovannina e Amacilia, e un figlio, Luigi. Dopo gli inizi rossiniani (collaborò nel 1820 con Rossini alla "Matilde di Shabran"), trionfò con le sue due opere "Alessandro nelle Indie" e "L'ultimo giorno di Pompei" al Teatro San Carlo nel 1824 e 1825. Il successo gli consentì di occupare per diversi anni il posto di direttore del San Carlo. Le successive opere "Niobe" (1826), "Gli Arabi nelle Gallie" (1827), e "I fidanzati" (1829) ottennero un enorme successo. Con la "Saffo" (1840), l'opera più nota, Pacini raggiunse la massima maturità artistica.

Padiglione Carlo

Nasce a Palermo nel 1827 e morirà a Napoli nel 1921. Svolse professione di bibliotecario, in particolare presso la biblioteca napoletana Brancacciana, poi confluita come fondo nella Biblioteca Nazionale di Napoli. Si interessò di biblioteconomia e di catalogazione, formalizzando in un apposito manuale, fra i primi in Italia del genere, le regole principali della materia. Come storico si occupò di araldica e di genealogia: apportò quindi un prezioso contributo ai lavori della Consulta araldica, di cui fu socio corrispondente. Fu anche componente della Commissione Araldica regionale Napoletana e presidente dell'Istituto araldico italiano. Collaborò con i principali periodici del settore, scrivendo saggi e articoli su casi e questioni araldico-genealogiche, su stemmari e blasoni, su fonti per la storia di famiglia, nonché su storie e caratteristiche di ordini cavallereschi e dinastici.