BIOGRAFIE

Pacifico Caprini

Il conte Pacifico Caprini nacque a Viterbo il 9 gennaio 1820 da Teresa de Gentili e suo marito il conte Carlo Caprini. Appartenente a una delle famiglie più antiche di Viterbo, dimostra fin da giovane un grande entusiasmo per la causa italiana tanto da arruolarsi nel 1848 come volontario nella Seconda Legione Romana, insieme a suo fratello Francesco.
Partecipa alle battaglie di Cornuta, Montebelluna e Treviso e alla difesa di Vicenza. La tragica capitolazione della città segna la fine della sua partecipazione come volontario nel Nord Italia. Tuttavia la voglia di combattere è ancora tanta; per questo motivo si reca insieme a suo fratello a Roma per difendere, nel 1849, la Repubblica Romana dalle armi francesi.
Il 29 giugno muore il fratello Francesco sui bastioni di Porta S. Pancrazio. Gli venne conferita la medaglia al valore dal comune di Roma ed una lapide posta nell’atrio del Palazzo Comunale a Viterbo ricorda le sue imprese e quelle degli altri combattenti viterbesi. Il grande dolore per la scomparsa del fratello non fermò Pacifico, che continuò a combattere a Porta Cavalleggeri e Porta S. Pancrazio. Su ordine di Garibaldi, il 13 marzo 1849, fece saltare il Ponte Milvio per ritardare l’avanzata dei francesi.
Con la restituzione di Viterbo allo stato pontificio, fu costretto ad emigrare a Terni e nel 1860 venne arrestato e imprigionato insieme ad altri patrioti locali nel forte Sangallo di Civitacastellana. Successivamente fu esiliato a Bologna ed a Orvieto. Rientrò a Viterbo solo nel 1870, dopo la breccia di Porta Pia, e fu uno dei membri della neonata Commissione di Governo per la Provincia di Viterbo con Angelo Mangani e Francesco Savini.
Tra il 1871 e 1872 fu sindaco di Celleno. Come testimoniano le lettere inviate all’amico Angelo Mangani lavorò a lungo e segretamente per la formazione del nuovo Stato italiano per quello che concerne Viterbo e provincia: considerava fondamentale la formazione di solide basi politiche per la creazione di un nuovo stato democratico.
Si sposò due volte: la prima il 21 aprile 1850 con Elena Sacconi e la seconda l’11 agosto 1858 con Giuseppa Massoni.
Morì il 28 febbraio 1904 a Viterbo.